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Foto buffe... ... dal mondo del baseball
Babe Ruth ci ha scritto... ... ormai da molti anni...
baseball.it 9 gen 2007 Selig, l'uomo che rivoluzionò le Major Leagues
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www.gazzetta.it (11 maggio 05) Nasce il mondiale targato MLB
Peresteso (gennaio 2005) La maledizione del bambino

 



 

Foto buffe... ... dal mondo del baseball
Triangolo delle Bermuda Pas de deux

 

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Babe Ruth ci ha scritto... ... ormai da molti anni...

Babe Ruth, mitico giocatore degli Yankees

Ascoltami Jimmy, 
stai commettendo un grosso sbaglio a non interessarti di baseball. E’ il più bel gioco del mondo e ogni uomo dovrebbe sentirsi orgoglioso d’averci qualcosa a che fare. Non importa cosa; anche semplicemente sedersi sulle gradinate dello stadio e gridare alla squadra del cuore di farsi sotto e di battere un “fuori campo”. Per giocare a baseball occorre essere veri uomini. E’ il gioco più completo che si conosca al mondo e per riuscire bene occorre saper fare di tutto. Bisogna essere robusti e coordinati nei movimenti, bisogna possedere velocità, intelligenza, fegato e grinta. Soprattutto “grinta” ragazzo; perché se tu, anche per un solo attimo, mostri timidezza, i giocatori avversari ti spazzolano la testa con lanci velocissimi, i corridori ti fanno a fette con i ferri delle scarpe e le stesse riserve, in panchina, ti prendono in giro fino a distruggerti. In una partita di baseball non puoi mollare neppure un attimo. Devi spendere ogni briciola delle tue energie e devi usare, con la massima accortezza, il tuo cervello. Se tu sbagli una palla in aprile ti accorgi poi, magari in settembre che quella palla costa il campionato alla tua squadra. Non puoi permetterti mai distrazioni né rilassamenti. Quando sei alla battuta o corri sulle basi, ti devi rammentare che contro di te ci sono 9 uomini in campo e un robusto cervello in panchina, quello del manager avversario, che cercano in ogni maniera di farti fare la figura dello sciocco. Non è mai esistito un gioco più adatto del baseball per misurare l’autentico valore di un uomo, quanto a fegato, prontezza, velocità, intelligenza.
Il baseball “è un gioco che assomiglia alla vita e che alla vita ti prepara”. E’ un gioco di squadra e individuale nello stesso tempo. E’ un grande gioco. Ognuno di noi, che cammina nella vita, sarà più pronto ad aiutare un compagno se sul campo di baseball avrà imparato che un lanciatore può lanciare anche il suo cuore insieme alla palla e che qualcuno dovrà pur fermare in qualche modo le palle radenti e qualcun altro arrampicarsi sul recinto del campo per agguantare quelle al volo e poi andare a battere e fare qualche punto, altrimenti il lavoro del lanciatore non sarà servito a nulla. E’ come in una famiglia, in un gruppo di fratelli che lavorano insieme per raggiungere la stessa meta. E’ l’unico gioco al mondo che non hai bisogno di giocare per sapere quanto sia bello, nobile e leale.  

Babe Ruth

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Baseball.it 9 gen 2007 Selig, l´uomo che rivoluzionò le Major Leagues
9 gennaio 2007 - Selig, l´uomo che rivoluzionò le Major Leagues - di Marco Borri

15 anni dopo la sua nomina alla carica più ambita della MLB, il Commissioner è stato acclamato quale "Sports Executive of the Year" - Il suo contratto scadrà nel 2009, ma il rinnovo è già pronto

Bud Selig, Commissioner della Major League Baseball
© Milwaukee Journal Sentinel

Quando nel 1994, Bud Selig, Commissioner “ad interim”, cancellò, a seguito dello sciopero dei giocatori e per la prima volta nella storia, la parte finale del campionato, cupi nuvoloni si erano addensati sulla sorte del baseball. Basket e football imperavano indisturbati e la situazione economica sembrava destinare la MLB alla rovina.
Quindici anni dopo, sotto la guida dello stesso Selig, la Major League Baseball ha stabilito per la seconda stagione di fila il record di pubblico con oltre 76 milioni di spettatori e il nuovo contratto TV frutterà l’incredibile cifra di 3 miliardi di dollari. I profitti dei club sono esplosi in questi ultimi anni, passando da 1,2 a 5,2 miliardi e il denaro liquido a loro disposizione è tale da non sapere neppure – parole dei diretti interessati - come spenderlo. Nel frattempo, il settantaduenne Selig gira il Paese per ritirare ogni settimana un riconoscimento ufficiale, l’ultimo in ordine di tempo lo “Sports Executive of the Year”.
Il semi-sconosciuto Selig, nominato il 7 settembre 1992 in via provvisoria e ufficialmente in carica dal 9 luglio 1998 alla guida della MLB, ha avuto il merito di aver introdotto la ripartizione degli utili (la cosiddetta “revenue sharing”), la “luxury tax” per i club che superano il tetto di ingaggi, il re-allineamento delle divisioni e la “wild card”, solo per citare alcune delle novità che hanno avuto un impatto decisivo per l’odierno successo. Nonostante le fortissime resistenze del sindacato giocatori, è riuscito inoltre a far accettare la normativa anti-doping più rigida di tutti gli altri sport professionistici. E sulla scia dell’incredibile boom della MLB anche le Minor Leagues stanno vivendo una stagione d’oro, con record di pubblico che non si vedevano da 60 anni. Il contratto di Selig scadrà nel 2009, lui sostiene di volersi ritirare, ma è già pronta un’offerta di rinnovo per altri 4 anni.

http://www.baseball.it/archivio/articoli/articolo15172.asp?id=15172 

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Davide e Golia  
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La Stampa 24/4/06 Avete qualcosa da dire a costui? Scrivetegli cliccando su questo testo 

- BASEBALL

IL DOMINICANO DEI NEW YORK METS HA BATTUTO IL FUORICAMPO PIU’ VECCHIO DEL MONDO

Franco, home run a 48 anni

E’ ancora sport quello in cui è decisivo un uomo di quasi mezzo secolo? Lui è sereno: «Giocherò almeno fino a 50 anni»

24/4/2006
di Paolo Mastrolilli
 
Franco

Julio Franco (NY Mets)

"NEW YORK. Supponiamo che un signore cicciottello di 47 anni entri in campo al Delle Alpi con la maglia della Juve, nel ruolo di centravanti titolare. Supponiamo che dopo una durissima battaglia contro il Milan, proprio lui scaraventi in porta il pallone della vittoria, con una pedata da metà campo. I tifosi, dopo la comprensibile esultanza, continuerebbero a credere che il calcio è uno sport? La domanda viene posta pari pari agli appassionati di baseball, dopo che giovedì scorso Julio Cesar Franco è diventato il più vecchio giocatore della Major League americana a centrare un home run. Significa che il signore rotondetto ha caricato la mazza sopra le spalle, l'ha abbattuta come un boscaiolo sulla palla, e ha scagliato l'oggetto circolare pieno di piombo fuori dal Pecto Park di San Diego, dove i suoi New York Mets se la stavano vedendo con i Padres. Poi Franco si è fatto pure il giretto di campo intorno alle basi, raccogliendo l'applauso della folla. Complimenti per l'energia e la longevità, naturalmente. Ma lo sport? Una disciplina che consente ad un signore di 47 anni, quasi 48, di essere protagonista al massimo livello, è uno sport o un dopolavoro?
Julio è nato il 23 agosto del 1958 a Hato Mayor, nella Repubblica Dominicana. Come tutti i ragazzini del suo paese sognava di riscattarsi dalla povertà prendendo a mazzate le palle da baseball, e pareva capace. Perciò il sogno si era realizzato nel 1982, quando i Philadelphia Phillies avevano deciso di dargli la chance della sua vita nella Major League americana. Lui non se l'era fatta scappare. Aveva incassato convocazioni alle partite All Star e vinto premi come miglior giocatore, restando nel campionato più ricco del mondo fino al 1994. Allora, quando aveva 36 anni, i White Sox di Chicago lo avevano scaricato. Un altro avrebbe capito che era ora di andare in pensione e si sarebbe tolto di mezzo. Lui no. Si era fatto assumere dai Chiba Lotte Mariners, in Giappone, dove aveva continua la carriera. Lo considerava un esilio temporaneo, e infatti nel 1997 era già tornato a Milwaukee con i Brewers. Altro giro, altro taglio. Nel 1999 lo avevano scaricato i Tampa Bay Devil Rays, ma Julio aveva scrollato le spalle. Aveva fatto di nuovo le valige, prima per la Corea e poi per il Messico, dove con i Tigers era tornato a colpire come un ragazzino. Andava tanto bene che nel 2001, a 43 anni, lo avevano ingaggio gli Atlanta Braves per non mollarlo più, fino a quando nel 2005 i Mets gli hanno offerto un contratto biennale. «Quello di giovedì - ha promesso serio Julio - non sarà il mio ultimo home run. Conto di farne un altro a cinquantanni». Significherebbe restare in campo fino al 2008, ma lui ci crede: «Il buon Dio mi ha dato il dono di saper giocare a baseball. Se mi regala altri due anni con i Mets, può tranquillamente arrivare anche a tre, e lasciarmi andare in pensione quando avrò mezzo secolo». Roba da bocce. Se vai a guardare bene, però, capisci che Franco non è pazzo. Il migliore di tutti, Babe Ruth, andò in pensione a quarant'anni, e agli amanti del baseball sembrava ancora un ragazzino. Julio in questo momento è il titolare più anziano della Mlb, ma alcuni lanciatori come Phil Nierko e Hoyt Wilhelm lo avevano battuto. La regola, per chi sa di diamanti e mazze, è che fino a trent'anni puoi sempre sperare di cominciare la tua carriera nella serie A del baseball. E non è difficile crederci, perché se uno incontrasse fuori dal campo lanciatori di grido tipo Pedro Martinez o David Wells, al massimo potrebbe supporre che sono campioni mondiali di ingollamento birra. Senza offesa, hanno il girovita di un camionista di Brooklyn. Per non parlare poi dei sospetti di doping, che hanno già allungato un'ombra infame su carriere prestigiose e longeve come quella di Barry Bonds. Ora i puristi del baseball perderanno la pazienza, urlando che il loro è uno sport di abilità e di testa, che non richiede di fare i cento metri in dieci secondi. Se uno ha la classe, il tocco, e le qualità mentali di concentrazione e furbizia necessarie a vincere, può restare un grande campione anche dopo i cinquant'anni. D'accordo. Ma sono tutti argomenti che potrebbero sostenere legittimamente anche i fuoriclasse degli scacchi, senza per questo pretendere una medaglia alle Olimpiadi." http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/baseball/200604articoli/1091girata.asp 

n.d.w. - Egr Sig Mastrolilli, la "vecchia Signora" ha vinto fior di partite e di trofei grazie ad un suo "signore cicciottello" che quando nessun baldo giovane ce la faceva, veniva messo in campo a metterla dentro; mi scuso col grande Josè, ma se il Sig Mastrolilli vede "cicciottello" Julio Franco avrebbe visto "cicciottello" pure Altafini. Sta scritto da qualche parte che lo sport per avere diritto ad essere tale debba essere praticato fino ad una certa età? La regola, come dice lei, in tutti gli sport, è che sei sei bravo giochi se no stai in panchina, indipendentemente dalla tua età (vero Billy?). Sig Mastrolilli, è così indignato dei sospetti di doping nel baseball? Perché? Nel Calcio, nel ciclismo, nell'atletica e chi più ne ha più ne metta, come si vince e si è vinto in tante occasioni? Con tutto il rispetto, ma sono le sue considerazioni a farmeli tirare in ballo, sono maggiormente legittimati a pretendere una medaglia olimpica atleti che per vincerla debbono solo sostenere una pistola o un arco, rispetto ad atleti che giocano più di 160 partite di campionato senza limite di tempo (si sono giocate anche partite di sei ore) tutti i santi giorni della settimana? Beh se i tiratori sono campioni a fare centro, i "campioni mondiali di ingollamento birra" sono gli unici che sanno tirare palle (che non sono piene di piombo) a 150 Km/h e che sanno colpire queste palle con la mazza (ci ha mai provato? Sono sicuro che riuscirebbe prima a segnare un rigore a Buffon che a fare un fuoricampo a Wells) per buttarle a 122 metri e più di distanza. Per finire, scorrendo tra le righe del suo articolo, credo che lei debba del rispetto anche ai "boscaioli" e ai "giocatori di bocce", oltre che ai "camionisti", per avere osato accostarli ai giocatori di baseball.

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www.baseball.it (10 gennaio 06) Ci piace farvi leggere questi numeri
10 gennaio 2006 (h.20:19) - Baseball, il più seguito negli USA  di Filippo Fantasia

Nel 2004 circa 75 milioni di spettatori negli stadi della American e della National League – 23 milioni per NBA ed NFL - Sempre più sport in TV

Dall’altra parte dell’oceano sono sempre meno gli americani che praticano sport, ma continua a crescere costantemente il numero di quanti invece lo seguono appassionatamente sugli schermi televisivi. Da una ricerca dell'ufficio del censimento USA sulle abitudini sportive degli americani emerge infatti che, da otto anni, si preferisce impugnare meno la racchetta da tennis o la mazza da golf e di più il telecomando con il baseball che è risultato “il più amato in TV”.
A livello di sport professionistici, con le sue 162 partite il baseball risulta il più giocato ma anche il più seguito con circa 75 milioni di spettatori negli stadi nel 2004, contro i 23 milioni alle partite della NBA e i 23 milioni del football (la NFL prevede solo 16 incontri di campionato).

http://baseball.it/archivio/articoli/articolo14521.asp?id=14521

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newsweaver.ie/mlbi 25/5/05 Italian Week
Il grande baseball sbarca nel Belpaese ad agosto con la prima 'Italian Week'

Il pubblico italiano avrà anche quest'anno l'occasione di vedere il grande baseball internazionale dal vivo. Si gioca infatti dal 26 al 31 agosto la prima Italian Baseball Week. Il torneo vedrà l'Italia confrontarsi con 5 nazionali di primissimo piano: Canada, Cina Popolare, Cina Taipei, Cuba e Stati Uniti. La prima 'Italian Baseball Week' si svolgerà interamente in Emilia Romagna, secondo un calendario che è in fase di elaborazione e verrà reso noto nei prossimi giorni. Per i tifosi questo torneo sarà un concentrato di occasioni storiche. Ad esempio, gli Stati Uniti si esibiranno per la prima volta in Europa con una squadra di giocatori professionisti. Cina Popolare e Cina Taipei giocheranno per la prima volta nella storia una partita di baseball tra le rispettive nazionali. Tornerà con la 'Italian Week' anche la più eccitante delle partite di baseball: la sfida tra le nazionali di Cuba e Stati Uniti. "Con l'organizzazione di questo torneo manteniamo un impegno preciso preso con il movimento di portare sul territorio nazionale baseball e softball di alto livello" ha detto il Presidente Fraccari "La 'Italian Baseball Week' garantisce spettacolo e copertura mediatica. Sarà una grande occasione per tutti". La 'Italian Baseball Week' verrà disputata con cadenza biennale.

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baseball-softball.it (07-05-2005) Nasce il mondiale targato MLB
Nasce il Mondiale targato Mlb

Si chiamerà World Baseball Classic: un super torneo a marzo 2006, con i pro di 16 veri Dream Team. Tra cui l'Italia che sogna di schierare Piazza e Baldelli  (di Mario Salvini)

 

Mike Piazza catcher dei New York Mets

MILANO, 11 maggio 2005 - Immaginate un vero e proprio Dream Team, una selezione della Mlb che giochi con la scritta Usa sulla casacca. E immaginatene tanti altri, le selezioni di Messico, Canada, Venezuela, Sud Corea. Immaginate una All Star del campionato pro del Giappone integrato però dagli "americani", i due Matsui e Ichiro Suzuki. E immaginate soprattutto, finalmente, la vera nazionale di Porto Rico (Beltran, Alomar, Delgado, Pudge Rodiguez, Javy Lopez...) e quella, terrificante, della Repubblica Dominicana (Tejada, Pujols, Manny Ramirez, Sosa, Ortiz, Guerrero, Soriano...). Immaginate tutto questo e avrete la coppa del Mondo. Un sogno per tutti quelli che vivono attorno ai diamanti del globo. Una realtà, da oggi, grazie alla Major League. Un Mondiale di baseball,infatti, come tutti sanno, esiste fin dal 1938, ma non ci hanno mai giocato i giocatori migliori. Era e resterà il Mondiale della Ibaf, la federazione Mondiale, di fatto dilettantistica, il cui presidente è l'italiano Aldo Notari. Dunque senza non solo i pro della Major e del Giappone, ma anche quelli dei campionati maggiori di molti paesi centro e sudamericani, oltre che di Sud Corea e Taiwan. Assenze che certo hanno facilitato il secolare dominio di Cuba: 24 volte campione e vincitrice delle ultime 8 edizioni.
Ma da oggi cambia tutto. Da oggi c'è il World Baseball Classic, così si chiamerà il campionato del Mondo voluto dalla Mlb che ha capito l'importanza di allargare il proprio mercato e le potenzialità di una competizione in grado di diventare l'evento sportivo planetario per quasi un mese. E' persino fin troppo facile immaginare quel che succederà nei paesi interessati (e certamente non solo) nel periodo del torneo. Il rugby con la sua recente eppure già straordinariamente popolare coppa del Mondo, lo ha insegnato. Una disciplina tra le più praticate e apprezzate del pianeta come il baseball può fare altrettanto e forse anche di più. Senza contare che una rassegna stellare di questo genere, con il seguito e l'interesse che potrebbe suscitare, dovrebbe anche dare finalmente l'idea della reale entità del movimento nel mondo, uscendo dagli equivoci sul reale valore del torneo olimpico che tanti dubbi ha suscitato nel Cio. 
La notizia è magnifica per gli appassionati di tutto il mondo , e bellissima anche per noi: visto che tra le 16 squadre inviate alla prima edizione c'è l'Italia. Lo ha ufficializzato lo stesso Bud Selig, il commissioner della Major League Baseball che insieme al presidente dell'associazione giocatori Donald Fehr ha presentato oggi i dettagli della manifestazione.
Ovvero: che si disputerà dal 4 al 21 marzo 2006 (e pazienza per lo spring training dei club di Mlb), che avrà cadenza quadriennale ma con la seconda edizione nel 2009, in modo da posizionarsi poi stabilmente nell'anno post-olimpico. Alla prima sono state invitate 16 squadre: Stati Uniti, Canada, Cuba, Repubblica Dominicana, Messico, Panama, Porto Rico, Venezuela, Giappone, Cina, Taiwan, Sud Corea, Sud Africa, Australia, Olanda e Italia. Ognuna con i suoi "majorleaguer" e i suoi pro migliori. Il che significa che chi ha passaporto di un paese può giocare in quella nazionale. Dunque Mike Piazza dei New York Mets e Rocco Baldelli di Tampa Bay, per dire, sono prenotati dal c.t. Faraone. Che poi accettino di giocare è un altro discorso, ma il fatto stesso che tra i promotori del tutto ci sia il sindacato giocatori rende lecita più di una speranza. Attenzione però, piccola nota in funzione della nostra rivalità continentale: Andruw Jones, terribile slugger di Atlanta, e Sydney Ponson, lanciatore di Baltimore attualmente capolista, nati rispettivamente a Curacao e Aruba, hanno in tasca il passaporto olandese. "È un momento importantissimo per tutti noi - ha sottolineato il presidente Fibs Riccardo Fraccari - Partecipare a questo torneo può fare la differenza per noi, potremmo ottenere un ritorno di immagine decisivo. Potremmo dire che questo può diventare per il baseball italiano quello che il Sei Nazioni è per il rugby".
La formula prevede 4 gironi, orientativamente: uno in Florida, uno in Arizona, uno a Porto Rico e uno a Tokyo. L'Italia dovrebbe essere con Venezuela, Rep. Dominicana e Australia in Florida; Cuba dovrebbe andare a Porto Rico; le asiatiche a Tokyo. Le prime 2 di ogni girone daranno vita ad altri 2 gruppi, che qualificheranno le 4 finaliste. Semifinali e finali sono secche. Ogni squadra avrà un roster di 27 giocatori (almeno 12 lanciatori). Un primo roster orientativo sarà comunicato entro il 31 dicembre. Poi entro 45 giorni dall'inizio del torneo va comunicata una lista di 60 nomi. Il roster ufficiale va comunicato entro 24 ore dall'inizio del torneo. Le regole anti doping sono quelle Ibaf, dunque quelle della Wada, riconosciute dal Cio, e la questione, data la querelle permanente sulla questione in Mlb, non è certo irrilevante.
Resta da capire come la prenderà Cuba, padrona storica del Mondiale Ibaf. Sarà da vedere se parteciperà e casomai come: se - molto improbabile - chiamerà i suoi profughi di Major (Palmeiro, El Duque Hernandez, Contreras) o se si presenterà con la sua nazionale per dimostrare al mondo intero che i suoi titoli e la sua leadership non saranno intaccati nemmeno da questa rivoluzione. 

http://www.gazzetta.it/Sport%20Vari/Altri/Baseball/Primo%20Piano/2005/maggio/worldclassic.shtml

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Peresteso (gennaio 05) La maledizione del bambino

La maledizione del “ Bambino “

La vera storia di una terribile maledizione lanciata su una squadra di Baseball e durata per ben 86 anni .

Nello sport americano le finali del campionato di Baseball della Major League si chiamano World Series, e sono l'appuntamento più importante di tutta la stagione sportiva, pari soltanto quanto il Super Bowl del football americano. Forse anche di più, visto che il baseball è lo sport più praticato negli Stati Uniti, perché giocato veramente da tutti, dal bambino di 4 anni, fino alle persone con più di 70 anni. In questo numero vogliamo raccontarvi della “Maledizione del Bambino”, e di come dopo 86 anni questa è stata sconfitta. Ma perché parliamo di “Maledizione del Bambino”? E' una storia lunga, una storia che per gli appassionati di baseball è una vera e propria leggenda. George Herman Ruth, detto "Babe" per la sua faccia da pacioccone ( nella foto ) , è stato il più grande giocatore di baseball sulla faccia della terra, e molti dei suoi record sono tuttora imbattuti. La sua fama inizia nei Boston RED SOX ad inizio secolo scorso. Boston lo rileva da Baltimore, e ben presto il ragazzo si mette in mostra, sia dal monte di lancio come lanciatore,  che nel box di battuta come battitore. Con lui i Boston RED SOX vincono World Series una in fila all'altra. Ma il destino stava preparando un brutto scherzo ai tifosi dei Red Sox: in un freddo pomeriggio di dicembre del 1919 il presidente dei Red Sox, acconsentì, per problemi economici, alla cessione del suo gioiello agli eterni rivali dei New York Yankees, scatenando l’ira dei tifosi e dello stesso Ruth il quale, secondo la leggenda, lasciando furioso l’ufficio del presidente, lanciò una terribile maledizione contro la sua ex squadra, urlando che senza di lui non avrebbero mai più vinto una World Series. Per farvi capire meglio facendo un paragone con il nostro calcio,immaginate che il presidente della roma debba vendere contro la volontà del giocatore, Totti alla Lazio. Da allora i New York Yankees continuano a vincere le Word Series, Babe Ruth diventa il più grande giocatore di baseball di tutti i tempi e i RED SOX continuano a perdere in maniera incredibile le partire che contano. I bombardieri del Bronx, come vengono chiamati gli Yankees, arrivano a vincere la bellezza di 26 titoli nelle World Series, mentre Boston perde quattro finali, nel 1946, 1948, 1967 e 1975, tutte alla settima e decisiva partita, e ben 19 semifinali, alcune in maniera incredibile, molte delle quali proprio contro lo stesso New York , confermando tra i tifosi il fatto che sulla squadra aleggiasse la “maledizione del bambino”. Per farvi un esempio nel 2003 nella semifinale di League, proprio contro gli Yankee, un tifoso degli stessi Boston, nella foga di accaparrarsi una palla al volo battuta lunga,si sporse dalla balaustra dello stadio,togliendo letteralmente dal guanto del difensore dei Boston quella che sarebbe stata l’ultima e decisiva eliminazione della partita, e che avrebbe consentito ai “Calzini Rossi” di accedere alle Word Series. Tutto questo fino a quest’anno, i Boston Red Sox  battendo i Saint Louis Cardinals per 4 partite a 0 nella serie finale, hanno vendicato  86 anni di sfottò, ritornando a vincere le World Series, e a sconfiggere finalmente il destino. Se ad un bambino americano chiedete cosa significa il numero 714 subito vi risponderà che sono i fuoricampo che Babe Ruth ha battuto nella sua lunghissima carriera. Ricordandosi, immediatamente, di  "The curse of the Baby ", la maledizione del bambino, che da quest’anno non esiste più. Anche per questo il Baseball è da sempre lo sport preferito dagli americani, per le sue leggende, le sue storie, e le sue passioni.

Stefano Burato

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dal 24 febbraio 2007

 

 

 

 

 

Contatore inserito il 7 giugno 2007